Stato di Palestina
La drammatica ondata di violenza a Gaza, seguita l'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele, aggrava un’emergenza mai risolta. Per il conflitto a Gaza e le crescenti violenze in Cisgiordania, nello Stato di Palestina 3,3 milioni di persone, di cui 1,7 milioni bambini, sono in urgente bisogno di assistenza umanitaria. Nella Striscia di Gaza, l’intera popolazione è in disperato bisogno d’aiuto: circa la metà, 1,1 milioni, sono bambini.
La situazione a Gaza è ormai catastrofica. Decine di migliaia i civili uccisi o feriti a causa delle violenze, molti dei quali bambini, con abitazioni ed infrastrutture essenziali in rovina, le famiglie sfollate ripetutamente e rifugiate in scuole ed ospedali, anch’essi oggetto di attacchi militari indiscriminati. La popolazione è stata tagliata fuori dalle forniture vitali di acqua, cibo, medicine e altri beni essenziali, compreso l'accesso sicuro agli ospedali, con la carestia che rimane una minaccia incombente.
Dopo la pausa nei combattimenti a Gaza del 24 novembre 2023, che ha permesso lo scambio di ostaggi tra le parti in conflitto, la ripresa delle ostilità del 1° dicembre ha ridato inizio ad uno spargimento quotidiano di sanque e ad uno sfollamento costante di civili, tra cui un numero senza precedenti di bambini. Le operazioni militari e la chiusura del valico di Rafah dal 7 maggio, a fine giugno il rilevamento della polio e l’avvio il 6 ottobre di un assedio nel nord di Gaza hanno reso l’emergenza ancor più critica.
L'UNICEF è presente sul campo per fornire un supporto salvavita nell’emergenza in atto. Chiediamo un cessate il fuoco durevole, un accesso umanitario sicuro e senza restrizioni, la protezione dei civili e delle infrastrutture come scuole e rifugi, e di porre fine alle sofferenze di bambini e famiglie intrappolati in un conflitto sempre più brutale.
3,3milioni
persone colpite nello Stato di Palestina
1,7milioni
bambini in pericolo nello Stato di Palestina
1,1milioni
Bambini bisognosi d’aiuto a Gaza
Cresciuti tra violenze e povertà, ora in guerra
Già prima del precipitare del conflitto, nello Stato di Palestina i bambini vivevano tra violenze ripetute e povertà, tanto nella Striscia di Gaza che in Cisgiordania. A Gaza, oltre 15 anni di chiusura avevano già prodotto terribili condizioni di vita e restrizioni di movimento di beni e persone. In Cisgiordania, operazioni su larga scala delle forze israeliane e restrizioni agli spostamenti erano già causa di vittime civili e profonde privazioni. Una situazione precipitata dopo il 7 ottobre 2023, sfociata nelle drammatiche violenze in corso nell'intero Stato di Palestina.
All'uccisione di civili israeliani e al rapimento di ostaggi, tra cui ancora due bambini, è seguita nella Striscia di Gaza l'uccisione di decine di migliaia di civili palestinesi, tra cui migliaia di bambini. A Gaza, i danni alle infrastrutture e le restrizioni all’accesso umanitario sono causa di gravi criticità per l’assistenza medica, la disponibilità di acqua e l’igiene. L'insicurezza alimentare, in costante peggioramento, pone decine di miglia di bambini a rischio di grave malnutrizione. Migliaia di bambini, profondamente traumatizzati, mostrano gravi ricadute di salute mentale, 658.000 sono stati privati scuola, ossia tutti i bambini in età scolare.
In Cisgiordania, il crescendo di violenze, gli attacchi dei coloni e le operazioni militari israeliane hanno paralizzato i servizi essenziali, che insieme alle restrizioni di movimento pongono serie ripercussioni per la protezione dei bambini, l’assistenza medica, l’accesso ad acqua e igiene e all’istruzione. Nella Cisgiordania occupata, Gerusalemme Est inclusa, il 2023 era già risultato il più letale di sempre, con più del doppio dei bambini uccisi nel 2022, a causa delle violenze legate al conflitto o dei coloni israeliani.
Intervenire a Gaza, ad ogni costo
Nello Stato di Palestina, con 3,1 milioni di persone in disperato bisogno d'acqua potabile e servizi igienici e 2,9 milioni da raggiungere con assistenza medica operare a Gaza e in Cisgiordania è indispensabile: 1,2 milioni di bambini e donne necessitano supporto nutrizionale, 1,8 milioni di bambini ed adulti che li hanno in cura sono in bisogno di protezione, 821.900 di assistenza per l'istruzione.
Benché richiamato a lasciare Gaza con gli altri operatori umanitari, il personale dell'UNICEF continua ad operare nella Striscia di Gaza procurando aiuti salvavita per bambini e famiglie bisognosi, inviando forniture di emergenza e assicurando supporto per acqua e igiene, salute e nutrizione, istruzione e protezione dell'infanzia, protezione sociale e sussidi d’emergenza in denaro. In Cisgiordania, operiamo perché tali servizi essenziali siano assicurati a bambini e famiglie colpiti dalle crescenti violenze.
L’UNICEF e le Nazioni Unite richiamano le parti affinché rispettino gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario, per i diritti umani e dalle Convenzioni internazionali. Senza una cessazione delle ostilità, un maggiore accesso umanitario e interventi su larga scala per salvare vite umane, le condizioni dei bambini e delle loro famiglie potranno solo peggiore.
L'UNICEF in Israele
In Israele l’UNICEF non sostiene programmi d’assistenza diretta, ma interviene attraverso Comitati Nazionali: la voce dell’UNICEF per i diritti dell’infanzia nelle rispettive società civili.
Come con il Comitato Italiano per l'UNICEF, in Israele operiamo all'interno della società civile per raccogliere fondi a supporto dei programmi nel mondo, per promuovere i diritti e garantire visibilità ai bambini più vulnerabili.
Nell’attuale conflitto tra Israele e Hamas, l'UNICEF ha richiesto il rilascio immediato e incondizionato di tutti i bambini e i civili in ostaggio, e la protezione di tutti i bambini vittime delle violenze in atto.
L’azione dell’UNICEF a Gaza e in Cisgiordania
A causa dell’ondata di violenze a Gaza e in Cisgiordania, i bisogni umanitari della popolazione sono di portata drammatica: per il 2025, obiettivo dell’UNICEF è raggiungere con programmi d’emergenza e assistenza integrata 2,1 milioni di persone, di cui 933.250 bambini, nell’intero Stato di Palestina.
A Gaza e in Cisgiordania assisteremo 2,1 milioni di persone con acqua potabile, 1 milione con servizi igienici e 1,4 milioni con aiuti per l’acqua e l’igiene. Più di 893.300 persone riceveranno assistenza medica e 190.200 bambini vaccinazioni di routine. Contro la malnutrizione, 13.150 bambini in pericolo saranno assistiti con terapie salvavita, 145.300 con micronutrienti e 694.600 con prodotti nutrizionali e vitamina A. Più di 382.700 donne beneficeranno di micronutrienti e assistenza mirata.
Per la protezione dell'infanzia, raggiungeremo 349.700 tra bambini e adulti con sostegno psicosociale e per la salute mentale, 765.000 contro il pericolo di abusi, 858.000 con messaggi di prevenzione, 583.000 bambini per i rischi di ordigni esplosivi. Oltre 170.000 bambini saranno assistiti per l’istruzione ordinaria e informale, 290.000 con materiali d’apprendimento, 170.000 con attività socio-ricreative, supportando 765.000 persone con sussidi in denaro e 550.000 con sistemi di riscontro sui bisogni primari.
Prima del 7 ottobre, l’Appello d’Emergenza UNICEF per il 2023 stimava necessari 23,8 milioni di dollari per la risposta umanitaria nello Stato di Palestina. A causa della drammatica crisi in atto, i bisogni si sono enormemente moltiplicati, con l’Appello d’Emergenza per il 2025 che stima necessari oltre 716,5 milioni di dollari, per l'assistenza a bambini e famiglie in condizioni di disperato bisogno.
Interventi in corso
Nell’emergenza in atto, l'UNICEF è l’agenzia guida delle organizzazioni partner nei settori Acqua e Igiene, Nutrizione e Protezione dell'Infanzia, dirige in modalità congiunta i partner di intervento nel settore Istruzione ed opera con l’OMS nel settore Sanità, procurando sussidi d’emergenza in denaro per la Protezione Sociale.
Al mese di giugno 2024, un totale di 923 camion di aiuti UNICEF risultavano entrati nella Striscia di Gaza a partire dal 21 ottobre 2023. Per la chiusura del valico di Rafah, le restrizioni e le violenze in atto appena 140 camion di aiuti sono potuti entrare a Gaza nel corso dell'ultimo mese di ottobre. Tra i risultati conseguiti nel corso del 2024 attraverso i programmi d’emergenza UNICEF:
- Per Acqua e Igiene, 2,6 milioni le persone raggiunte con acqua potabile a Gaza e in Cisgiordania, tra cui oltre 800.000 bambini.
- Per Sanità e Nutrizione, 253.372 persone sono state assistite a Gaza e in Cisgiordania con la distribuzione di kit di medicinali salvavita, 70.726 bambini a Gaza con micronutrienti e prodotti nutrizionali.
- Nel settore della Protezione dell’Infanzia, abbiamo sostenuto 346.226 bambini con servizi essenziali e supporto psicosociale, sia Gaza che in Cisgiordania.
- Per l’Istruzione, 83.520 bambini sono stati raggiunti con aiuti e materiali didattici individuali per l’apprendimento.
- Tra gli interventi di Protezione Sociale, almeno 523.525 persone in condizioni di estrema necessità sono state raggiunte a Gaza con sussidi d’emergenza in denaro per l’acquisto di beni essenziali.
Grazie alla generosità dei donatori italiani, come UNICEF Italia stiamo sostenendo la risposta dell’UNICEF alla crisi umanitaria nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, con 1.644.440 euro trasferiti dopo il 7 ottobre 2023, quali risorse a supporto dei programmi d’emergenza nello Stato di Palestina.
Pagina aggiornata al 18 dicembre 2024
STATO di PALESTINA - Appello d’Emergenza UNICEF HAC 2025_Dicembre 2024pdf / 594 kb
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