Rifugiati e Migranti in Europa
Oltre 2,6 milioni di persone hanno attraversato il Mediterraneo dal 2015 ad oggi, in fuga da guerre, violenze e povertà, nella speranza di una vita migliore in Europa. Da allora, nel Mare Nostrum più di 30.400 migranti hanno perso la vita, nel corso di traversate drammatiche lungo le rotte migratorie del Mediterraneo. Molti, troppi, erano bambini, morti soli, o con le proprie famiglie.
Al mese di dicembre, dall’inizio dell’anno gli arrivi sono stati oltre 186.500, tra cui quasi 40.400 minori, giunti in Europa in condizioni spesso disastrose, in fuga da Medioriente e Nord Africa, Africa Sub-Sahariana, Asia Centrale e Meridionale. Un numero elevato, che segnala però un calo significativo rispetto al 2023, che ha registrato oltre 270.100 arrivi, tra cui almeno 64.500 minori. Dati che non tengono contro, e a cui aggiungono, quelli sui rifugiati ucraini, in maggioranza donne e bambini.
Considerando con il Mediterraneo anche le rotte dei Balcani occidentali, nei primi 9 mesi del 2024 un totale di 123.878 rifugiati e migranti sono arrivati in Italia, Grecia, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria e Serbia - i paesi più colpiti dall’emergenza - di cui 26.133 minori, inclusi 22.489 non accompagnati.
L’Italia è il primo paese d’arrivo di rifugiati e migranti in Europa: dall’inizio del 2024, oltre 63.400 gli arrivi via mare al mese di dicembre, di cui più di 12.00 minori, inclusi più di 7.800 non accompagnati, con una forte riduzione rispetto al 2023, in cui gli arrivi erano risultati oltre 157.600. Tra questi, circa 26.800 minori, inclusi oltre 17.300 soli, spesso sbarcati a Lampedusa, il principale punto d’arrivo via mare. Numeri drammatici, cui si aggiungono oltre 173.900 rifugiati ucraini, di cui più di 49.400 sotto i 18 anni.
2,6milioni
Rifugiati e Migranti giunti in Europa dal 2015
186.500
Rifugiati e Migranti dal Mediterraneo nel 2024
40.400
Minori arrivati via mare nel 2024
La pressione migratoria sulle rotte del Mediterraneo e dei Balcani
Nella prima metà del 2024 la pressione migratoria sulle rotte del Mediterraneo e dei Balcani ha registrato una riduzione rispetto al precedente anno. Se il numero di arrivi ha rilevato un calo di circa la metà rispetto allo stesso periodo del 2023, tra luglio e settembre si è registrato l’arrivo di 40.086 rifugiati e migranti, tra cui 9.386 minori, di cui 6.444 non accompagnati.
Se anche il dato dei mesi estivi rappresenta un calo degli arrivi rispetto a quelli del 2023, a fine settembre 22.489 minori non accompagnati risultavano presenti nei 5 paesi, dove i numeri continuano a mettere a dura prova le capacità nazionali di garantire servizi sufficienti in materia di igiene, alloggio, salute, protezione ed istruzione nei 5 principali paesi d’arrivo, tra cui l’Italia.
A fine 2023, un totale di 361.839 rifugiati e migranti risultavano arrivati in Italia, Grecia, Bulgaria, Serbia e Bosnia-Erzegovina, con un aumento del 173% in Grecia e del 50% in Italia rispetto al 2022.
La pressione migratoria lungo le rotte del Mediterraneo e dei Balcani fa ritenere almeno 497.900 persone in bisogno d’assistenza nei 5 paesi più colpiti, inclusi più di 106.100 minori rifugiati e migranti, di cui oltre 50.600 non accompagnati. I continui flussi migratori, spinti da instabilità politica, conflitti e povertà hanno travolto i servizi preposti lungo le rotte del Mediterraneo e dei Balcani, con molteplici criticità nei paesi d’arrivo.
Tra le maggiori difficoltà nei 5 paesi più esposti - Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Serbia, Grecia e Italia - l'inadeguatezza dei meccanismi di accoglienza, di identificazione e protezione, e la limitata disponibilità di forme alternative di assistenza e di tutela legale, che accrescono in particolare la vulnerabilità dei minori non accompagnati, molti dei quali sprovvisti di cure, assistenza ed accoglienza adeguata.
In tale contesto, donne e ragazze sono le più a rischio di violenze di genere, gli adolescenti non hanno opportunità di sviluppare le proprie capacità e competenze, con fenomeni di xenofobia e di discriminazione che risultano in aumento. Nei siti di accoglienza, persistono rischi di violenza sui minori, mentre e le famiglie ricevono un'assistenza limitata e frammentaria durante l’attesa per le procedure di asilo.
L'emergenza in Italia
Dopo l'accordo UE-Turchia del marzo 2016 e la chiusura delle frontiere balcaniche, la rotta del Mediterraneo centrale - dalla Libia all'Italia - è a lungo risultata la principale via di fuga da guerre, persecuzioni e disperazione.
Nonostante il Memorandum d'intesa tra Italia e Libia sul contrasto all'immigrazione illegale e al traffico di esseri umani, e le restrizioni durante il COVID-19, fino al 2023 il numero degli arrivi in Italia è aumentato costantemente: 157.652 nel 2023, contro i 105.131 del 2022 e i 67.477 del 2021, che già rappresentava un aumento del 95% rispetto ai 34.154 del 2020.
Nel corso del 2024, gli arrivi dal Mediterraneo sono risultati 63.417 alla data dell’8 dicembre, tra cui più di 12.050 minori, inclusi più di 7.879 non accompagnati. Dopo un calo tra gennaio e febbraio, gli arrivi sono ripresi nel corso dell’anno, soprattutto nei mesi estivi, con Lampedusa che resta il principale punto di arrivo dalla rotta del Mediterraneo centrale.
Se nella prima metà dell’anno i sistemi di trasferimento da Lampedusa alla Sicilia sono migliorati, il numero di individui con vulnerabilità acute, in particolare bambini, ragazze e donne, è aumentato nei mesi estivi, con criticità che permangono per le condizioni d’accoglienza, la lunga permanenza nei centri, l'identificazione ritardata o incompleta dei più vulnerabili e il loro rinvio ai servizi appropriati.
Nel complesso, alla data del 30 novembre 140.248 tra rifugiati e migranti risultavano presenti nel sistema di accoglienza italiano: tra questi, 19.215 minori stranieri non accompagnati, quali censiti al 31 ottobre. Nel 2023, gli arrivi in Italia erano stati circa il 58% degli oltre 270.100 registrati sulle rotte migratorie del Mediterraneo.
L'emergenza migranti e rifugiati attraverso il mediterraneo
L'azione dell’UNICEF
L’UNICEF attua un duplice approccio di risposta all’emergenza in Europa, combinando assistenza umanitaria e sviluppo delle capacità delle controparti istituzionali, per la riforma delle politiche nazionali e il supporto tecnico ad autorità e partner locali, e un accesso sostenibile a misure di assistenza adeguate per bambini, minori e donne vulnerabili. A tale fine, sosteniamo programmi di risposta integrata nei paesi colpiti dalla crisi, intervenendo operativamente in Serbia, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Grecia e, dal 2016, in Italia. Tra le nostre priorità, l'assistenza ai minori stranieri non accompagnati (MSNA), separati dalle famiglie o dagli adulti con cui viaggiavano, che vivono situazioni di precarietà e disagio psicologico, e particolarmente a rischio.
Per il 2025, la risposta si inquadra nel contesto dell’Appello di Emergenza per Europa ed Asia Centrale, che stima necessari oltre 18,3 milioni di dollari per assistere bambini e famiglie rifugiati e migranti lungo le rotte del Mediterraneo e dei Balcani, con 497.900 persone in bisogno d’assistenza, tra cui 106.100 minori nei 5 paesi più esposti: Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Serbia, Grecia e Italia. In collaborazione con le autorità dei paesi d’arrivo e l'Unione Europea, l’UNICEF opererà per l'allineamento delle politiche nazionali agli standard internazionali, per salvaguardare il superiore interesse dei bambini, porre fine alla detenzione per ragioni migratorie, migliorare la protezione dei minori non accompagnati attraverso lo sviluppo delle capacità delle autorità nazionali.
Tra i risultati sostenuti nei primi 9 mesi del 2024, un totale di 24.314 bambini e adulti hanno beneficiato di supporto psicosociale e per la salute mentale, 1.393 di protezione in spazi sicuri, 1.458 MSNA sono stati identificati e 9.986 sostenuti per il ricongiungimento familiare o con assistenza. Nei primi 9 mesi dell’anno, 3.432 minori hanno beneficiato di supporto su base individuale, 8.941 donne, bambine e bambini sono stati assistiti contro le violenze di genere, 32.298 persone dotate di canali sicuri per segnalare abusi sessuali da chi addetto alla loro sostegno.
Per l’educazione dei bambini rifugiati migranti, 38.941 hanno beneficiato di istruzione ordinaria o informale, 2.405 di materiali d’apprendimento, almeno 3.474 adolescenti di iniziative per lo sviluppo delle competenze. Nei primi 9 mesi dell’anno, inoltre, 635.950 persone sono state assistite con informazioni sui servizi disponibili, 117.167 con iniziative di mobilitazione sociale, 21.903 con sistemi di riscontro sulle proprie esigenze. Nel corso del 2023, abbiamo raggiunto 43.459 minori con misure di protezione, tra cui 5.537 MSNA.
Nel corso dell’anno, 3.898 operatori di prima linea sono stati formati sulla protezione dell’infanzia per i minori rifugiati e migranti, un totale di 163.980 tra adulti e minori sono stati assistiti contro le violenze di genere, almeno 28.168 minori hanno beneficiato di istruzione e di sostegno per lo sviluppo delle competenze. Assistenza medica e nutrizionale è stata assicurata a 3.644 madri, 3.256 minori sono stati raggiunti con aiuti di primo soccorso per l’acqua e l’igiene personale. Un totale di 1.187.809 le persone raggiunte con informazioni essenziali sui servizi disponibili, 80.190 coinvolte in iniziative di mobilitazione sociale.
La risposta in Italia
Dal 2016 operiamo nel nostro paese sulla base di un accordo con le istituzioni italiane, attraverso un Piano di Risposta integrata fondato sulla strategia della One UNICEF Response, per un’attuazione congiunta dei programmi per i migranti in Italia: per le attività di advocacy con le istituzioni italiane, di sensibilizzazione sociale, la comunicazione con i Media e l’opinione pubblica, le attività di raccolta fondi rivolte alla società civile. L’UNICEF Internazionale, attraverso un ufficio basato a Roma, guida i programmi d’attuazione diretta degli interventi in Italia.
Tra i risultati sostenuti grazie a questa sinergia, nei primi 9 mesi del 2024 almeno 16.987 minori sono stati raggiunti con supporto psicosociale e per la salute mentale, 637 MSNA sono stati identificati e 878 hanno beneficiato di forme di affido familiare, almeno 2.345 bambini vulnerabili sono stati assistiti su base individuale. Nel periodo considerato, 411 persone hanno ricevuto protezione in spazi sicuri, 5.977 tra donne, bambine e bambini sono stati assistiti contro la violenza di genere, almeno 14.356 persone hanno ricevuto il nostro supporto per segnalare abusi e violenze da chi addetto alla loro assistenza.
Nei primi 9 mesi dell’anno, informazioni per l’accesso ai servizi sul territorio sono state fornite a 476.670 tra rifugiati e migranti, almeno 994.956 persone sono state convolte in iniziative di mobilitazione per il cambiamento comportamentale e sociale, 11.189 assistite con sistemi di riscontro sulle proprie esigenze. Nel periodo considerato, almeno 1.760 bambini sono stati supportati per l’istruzione ordinaria e informale, incluso per la prima infanzia e l'apprendimento dell'italiano, coinvolgendo gli insegnanti di 48 scuole parte del programma, 3.628 minori sono stati raggiunti con attività per lo sviluppo delle competenze, l’inclusione sociale e per l'orientamento al lavoro.
Grazie al progetto PROTECT, portato avanti in Italia con il supporto della Commissione Europea, oltre 20 mila persone hanno ricevuto assistenza integrata. Considerando il solo 2023, nel nostro paese abbiamo raggiunto oltre 37.000 rifugiati e migranti, sostenendo interventi di protezione ed inclusione sociale, di affido familiare, di sviluppo delle competenze e delle abilità di vita, di supporto psicosociale e per la salute mentale, a sostegno di minori stranieri non accompagnati e giovani migranti e rifugiati. E per l’emergenza Ucraina, analoghe misure di risposta sono state intraprese per i bambini rifugiati e le loro famiglie.
Tra i risultati sostenuti in Italia, nel corso del 2023 più di 29.400 minori hanno beneficiato di misure di protezione dell'infanzia, oltre 160.500 rifugiati e migranti di assistenza per le violenze di genere, più di 600 operatori di prima linea di formazione mirata. Almeno 7.587 minori sono stati raggiunti con istruzione ed attività per lo sviluppo delle competenze, 3.969 tra MSNA e giovani migranti e rifugiati sono stati iscritti alla piattaforma U-Report On The Move, 295 adolescenti sono stati inseriti in affido familiare e/o supportati da mentori.
Nel 2023, ben 829.822 tra rifugiati e migranti sono stati supportati con informazioni per la prevenzione di rischi e sull’accesso ai servizi, mentre sessioni mirate di formazione sono state sostenute per 3.500 operatori in prima linea, su come assistere i bambini migranti e rifugiati e le famiglie con bisogni particolari durante tutto il processo migratorio, dallo sbarco all'accoglienza.
Per la Giornata sui migranti del 18 dicembre, l’UNICEF ha lanciato il rapporto La frontiera dei diritti, costruito come un viaggio tra la frontiera Nord e la frontiera Sud dell’Italia nei principali luoghi di sbarco, hotspot, centri di prima accoglienza e centri d’emergenza, dove nel 2023 l’UNICEF ha assistito oltre 7.000 persone, tra cui almeno 6.000 minori.
Il contributo dell'UNICEF Italia
Grazie alla generosità dei donatori italiani, dal 2016 ad oggi abbiamo sostenuto la risposta d’emergenza in Europa con oltre 14.5450.000 euro, di cui 1.553.000 stanziati nel corso del 2024, con un’attenzione centrale per gli interventi in Italia.
Pagina aggiornata al 18 dicembre 2024
EUROPA e ASIA CENTRALE- Appello d'Emergenza UNICEF HAC 2025 - Dicembre 2024pdf / 1.01 Mb
DownloadRAPPORTO ANNUALE 2023 - UFFICIO REGIONALE UNICEF PER L'EUROPA E L'ASIA CENTRALE IN ITALIA_Aprile 2024pdf / 9.95 Mb
DownloadUNICEF- Emergenza Migranti e Rifugiati in Europa_Marzo 2024pdf / 1.41 Mb
DownloadEUROPA e ASIA CENTRALE- Appello d'Emergenza UNICEF HAC 2024 - Dicembre 2023pdf / 584 kb
Download“La frontiera dei diritti” – Rapporto sui minori migranti e rifugiati in Italia_Dicembre 2023pdf / 10.65 Mb
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