Ucraina

Linee guida per la protezione dei bambini sfollati e rifugiati

La guerra in Ucraina ha costretto milioni di persone a fuggire dalle loro case: alcune in cerca di sicurezza in altre parti del paese, altre presso le nazioni vicine. Circa la metà degli sfollati sono bambini. Tra questi, molti non sono accompagnati o sono stati separati dalle famiglie: sono a maggior rischio di violenza, sfruttamento e abuso.

In base ai dati della Protezione Civile aggiornati 16 luglio 2023, 173.920 persone giunte dall’Ucraina, di cui 49.461 minori, 92.479 donne e 31.980 uomini entrati attraverso i valichi di frontiera terrestre, principalmente quello di Fernetti e Tarvisio. 

Di seguito, una serie di linee guida su come le autorità e gli operatori umanitari possono aiutare a proteggere dalla tratta, nonché da altre forme di sfruttamento e abuso, i bambini sfollati dalla guerra in Ucraina. 

1. Quali rischi corrono i bambini sfollati a causa della guerra in Ucraina?

Ogni volta che i bambini vengono costretti a fuggire dalle loro case a causa di un conflitto, la loro esposizione al pericolo aumenta. Potrebbero ritrovarsi soli perché i genitori non sono più nelle condizioni di prendersi cura di loro, o di poter lasciare il paese insieme. La fuga e il viaggio pongono ulteriori ostacoli alla loro protezione e li espongono al rischio di sfruttamento e violenza. Quando vengono fatti spostare attraverso le frontiere, i rischi per questi bambini si moltiplicano.

Dobbiamo poi considerare i rischi ancora maggiori legati a particolari vulnerabilità, come nel caso dei bambini e bambine con disabilità, o il rischio di violenza di genere per ragazze e donne. L’aver assistito a episodi di violenza, l’aver perso i propri cari, l’aver dovuto lasciare la propria casa e i punti di riferimento in modo repentino e la paura costante possono avere conseguenze sulla salute mentale dei bambini e delle loro famiglie. 

L'UNICEF è sul campo in Ucraina e nei paesi limitrofi, aumentando assistenza salvavita per i bambini e le famiglie. In Italia stiamo garantendo il coordinamento con le Istituzioni competenti, le altre Agenzie delle Nazioni Unite e le organizzazioni della società civile.

2. Qualcuno di questi bambini non è accompagnato?

Molti bambini in fuga dentro e fuori l'Ucraina non sono accompagnati o sono stati separati dai genitori e dai familiari. Non abbiamo ancora dati specifici sui MSNA (Minori Stranieri Non Accompagnati) e anche i Governi dei paesi ospitanti non sono ancora in grado di fornirci questo livello di dettaglio ma stiamo lavorando con UNHCR e OIM per un sistema di gestione dati per il tracciamento in coordinamento con le autorità nei principali paesi di transito e destinazione.

Nel caso italiano, la crisi ucraina riguarda principalmente minori separati perché si tratta di bambine/i e adolescenti che viaggiano spesso con un conoscente o altro parente o sono affidati anche a figure terze, vicini di casa o l’autista stesso del bus – e che viaggiano per ricongiungersi con i genitori in Italia. Chiaramente tutto ciò genera per noi questioni specifiche di protezione, legate all’accertamento del legame e a un percorso che avvenga in tutta sicurezza per il minore, ma anche cercando di garantire procedure snelle e pratiche e il minore impatto possibile sui bambini e i ragazzi, già provati dalla fuga e dal viaggio.

Olga, 31 anni, è fuggita dall'Ucraina con i suoi due figli: Timor, 3 anni, e Vladimir, 7. “Non abbiamo nessun posto dove andare, ma ci sono degli amici che sono arrivati in Romania e vogliamo ritrovarci per stare vicini”.

3.  Cosa sta succedendo ai bambini che vivevano in istituto?

Sappiamo che in Ucraina quasi 100.000 bambini, la metà dei quali con disabilità, vivevano in istituti, case famiglia e collegi quando la crisi si è intensificata. I bambini senza cure parentali sono ad alto rischio di violenza, abuso e sfruttamento. Poiché le istituzioni cercano di portare i bambini in sicurezza nei paesi vicini e oltre, è fondamentale che vengano adottate misure speciali nel migliore interesse dei bambini e che il consenso dei loro genitori o delle persone responsabili della loro cura siano concessi.

Spostare i bambini in sicurezza non deve ostacolare la loro prospettiva di ricongiungimento familiare in futuro. In nessun caso le famiglie devono essere separate a seguito di trasferimento o di evacuazione. Quando i bambini vengono trasferiti oltre confine, i rischi si moltiplicano, in particolare quello della tratta che aumenta sempre durante le emergenze.

4. Il rischio di tratta

Mentre le famiglie transitano verso e attraverso i paesi vicini in cerca di sicurezza, possono trovare difficile identificare un aiuto affidabile. I volontari mobilitati sono migliaia, pronti ad aiutare i rifugiati ai valichi di frontiera e guidarli verso luoghi sicuri: alcuni però, si fingono soltanto buoni samaritani”.

I rifugiati spesso arrivano nei paesi vicini sotto una costrizione impensabile, sono affamati, esausti e angosciati. Potrebbero non parlare la lingua locale. E in mezzo al caos e alla confusione, possono essere inconsapevolmente avvicinati da trafficanti o altri gruppi che cercano non di collegarli a servizi essenziali (come la registrazione governativa, il riparo, assistenza sanitaria, istruzione e altro), ma di sfruttarli.

I minori non accompagnati o separati dalle loro famiglie sono particolarmente esposti alla tratta. Per le donne e le ragazze, in particolare per quelle che viaggiano da sole, la violenza di genere, che include la tratta a fini di sfruttamento sessuale, è un pericolo reale e straziante.

I rischi di rapimento, traffico per la vendita e lo sfruttamento e adozione illegale di bambini possono essere ancora maggiori sia in caso di violazioni dei diritti dei minori preesistenti, sia per il grande flusso di persone che attraversano le frontiere.

Un'operatrice UNICEF fornisce informazioni a un gruppo di rifugiati arrivati in Romania, al valico di frontiera di Sighetu Marmatiei, in uno dei Blue Dots UNICEF.

5. In che modo i volontari possono contribuire a proteggere i bambini dalla tratta?

Tanti volontari, vicini alle comunità ospitanti o anche al di fuori, si sono mobilitati per l'emergenza: spesso non sono organizzati ma agiscono in buona fede, facilitando l’accesso delle famiglie alla registrazione governativa e ad altri servizi fondamentali. La diffusione di aiuti ai valichi di frontiera fornisce però anche una copertura ai trafficanti e ad altri malfattori che cercano di sfruttare donne e bambini in fuga dalla guerra. Per i rifugiati che vivono quest’immane pressione, specialmente i bambini non accompagnati, distinguere tra i due può essere impossibile.

L'UNICEF invita a non recarsi autonomamente nei principali punti di ingresso e transito, ma di supportare attraverso organizzazioni riconosciute che hanno già attivato una risposta in loco. 
Segui però queste linee guida sulla protezione se dovessi incontrare un bambino solo:

•  Contatta un’autorità competente, come il Comune, la Polizia di Frontiera, le organizzazioni preposte o i servizi consolari dell'Ucraina nel paese ospitante. Condividi le informazioni e la posizione del bambino e segui le istruzioni dell'autorità. Non lasciare il bambino da solo.

 •  Non dare immediatamente per scontato che si sia perso. Verifica che non sia accompagnato o sia stato separato dalla famiglia. Non separare un bambino dai suoi genitori, fratelli o altri membri della famiglia con cui ha viaggiato.
•  Poiché il caregiver del bambino può trovarsi nelle vicinanze, chiedi ai presenti se conoscono il bambino. Non lasciare mai da solo il bambino. A meno che non ci sia un pericolo imminente, rimani con lui nel luogo in cui lo hai incontrato fino a quando non puoi verificare dove si trova il caregiver ed esserti assicurato che sia in mani sicure.
•    Non lasciare, in nessuna circostanza, il bambino con un altro volontario. Non accettare l'aiuto di un altro volontario che si offre di accompagnare il bambino in un luogo sicuro.
•    Se, seguendo la prassi sopra citata, ritieni che il bambino non sia accompagnato o sia stato separato dalla famiglia, chiedi al bambino il suo nome, età, città natale e informazioni sulla sua famiglia. Raccogli qualsiasi informazione aggiuntiva che possa aiutare le autorità con il tracciamento e il ricongiungimento familiare. Se il bambino non è in grado di fornire queste informazioni, chiedi ai presenti che hanno viaggiato con lui.
•    Tieni sempre insieme i vestiti e gli effetti personali del bambino: sono elementi che potrebbero aiutare le autorità a rintracciarne la famiglia.
•    Non condividere informazioni sul bambino con nessun altro, a parte le autorità competenti.
•    Spiega al bambino cosa accadrà dopo. Non promettere che troverai i suoi genitori: potrebbe causargli ulteriore confusione e angoscia se ciò non potrà verificarsi o se verrà accolto, da un'autorità competente/protezione dei minori ufficiale.

6. In che modo le istituzioni e le strutture assistenziali in Ucraina dovrebbero portare i bambini al sicuro?

In circostanze specifiche, le evacuazioni degli istituti che forniscono assistenza sono necessarie per portare i bambini in salvo. I responsabili legali dei bambini negli istituti in Ucraina devono garantire che tali evacuazioni siano effettuate rispettando le disposizioni delle autorità nazionali. Il governo dell'Ucraina ha emesso direttive chiare per tutte le strutture di assistenza all'infanzia, compresi gli orfanotrofi e i collegi, su come organizzare le evacuazioni necessarie.

Gli spostamenti devono essere segnalati alle autorità competenti in Ucraina e nei paesi limitrofi immediatamente dopo aver attraversato la frontiera e, per quanto possibile, i bambini devono essere evacuati con i loro documenti di identificazione e i fascicoli personali.

Per fornire la massima protezione, l'UNICEF invita tutti coloro che sono legalmente responsabili dei bambini istituzionalizzati a: 
•     Rispettare le disposizioni delle autorità nazionali per l'evacuazione delle strutture assistenziali, in particolare attuando la procedura 166 che contiene requisiti specifici per lo spostamento, compreso il numero di adulti che devono accompagnare gruppi di bambini e su come proteggere i bambini con disabilità.
•    Gli spostamenti devono essere segnalati alle autorità competenti in Ucraina e nei paesi limitrofi immediatamente dopo aver attraversato la frontiera e, per quanto possibile, i bambini devono essere evacuati con i loro documenti di identificazione e fascicoli personali.

Per fornire la massima protezione, l'UNICEF invita tutti coloro che sono legalmente responsabili per i bambini istituzionalizzati a:
•     Rispettare le disposizioni delle autorità nazionali per l'evacuazione dalle strutture di assistenza, in particolare attuando la procedura 166 che contiene requisiti specifici per lo spostamento, compreso il numero di adulti che devono accompagnare i bambini e come proteggere i bambini con disabilità.
•    Segnalare lo spostamento dei minori alle autorità competenti in Ucraina e nei paesi limitrofi, se possibile, prima della partenza e non appena i bambini hanno attraversato una frontiera internazionale.
•    Designare un adulto responsabile per i bambini che porti con sé una copia dei loro documenti di identificazione, una foto recente di ogni bambino e una copia del fascicolo personale, comprese le informazioni sulla famiglia, storia pregressa, esigenze di assistenza e bisogni speciali.
•    Assicurarsi che tutti i bambini siano in possesso dei documenti di identificazione e del fascicolo personale - che dovrebbe includere informazioni sulla famiglia, storia pregressa ed esigenze di assistenza - nonché informazioni di contatto per un adulto responsabile, nel caso in cui bambini siano separati durante il viaggio.
•    Cooperare con le autorità competenti per consentire un rapido ricongiungimento con i genitori quando è nell'interesse superiore del minore e, nel frattempo, fornire cure temporanee, sicure e adeguate.
•    Assicurarsi che i bambini non siano separati dai fratelli, se evacuati congiuntamente. 

Cxusha, 9 anni, e sua madre Iulia stanno cercando di vedere cosa li aspetta dopo il punto di controllo passaporti a Isaccea, in Romania. Dietro di loro altre decine di profughi.

7. Cosa dovrebbero fare i paesi limitrofi per proteggere i minori non accompagnati?

In questi giorni siamo colpiti positivamente dalla solidarietà delle persone che vogliono dare il contributo rispetto all’emergenza, ma è importante che questo avvenga tenendo conto di tutte le garanzie e tutele previste dagli ordinamenti internazionali e nazionali. Il ricongiungimento familiare è la prima opzione da valutare e attuare nel modo più veloce possibile. L'UNICEF, insieme all'UNHCR, esorta tutti i paesi a garantire l'identificazione e la registrazione dei bambini non accompagnati e separati in fuga dall'Ucraina, dopo averne consentito l'accesso ai loro territori. 

Per i bambini che sono stati sfollati attraverso i confini senza le loro famiglie, l'affido temporaneo o altre cure basate sulla comunità attraverso un sistema governativo sono fondamentali. 

Per proteggere tutti i bambini dallo sfruttamento e dagli abusi, gli Stati dovrebbero offrire spazi sicuri per le famiglie, immediatamente dopo i valichi di frontiera, e collegarli ai sistemi nazionali di protezione dell'infanzia. 

In particolare, i paesi vicini e coinvolti dovrebbero:
•      Stabilire e rafforzare i processi di screening per identificare i bambini non accompagnati e separati alle frontiere, compreso lo screening immediato di minibus e autobus che trasportano più bambini.
•      Stabilire e rafforzare spazi sicuri per i bambini ai valichi di  frontiera e in altri siti strategici, anche dotandoli di assistenti sociali e  psicologi infantili, affinché i bambini possano essere identificati  e fornito loro supporto immediato.
•    Facilitare la fruizione di spazi sicuri organizzati con i sistemi nazionali di protezione dei minori e ampliare rapidamente la capacità di servizi alternativi di emergenza e di assistenza basati sulla famiglia e di altri servizi fondamentali per la  protezione dei minori e la violenza di genere,  compresi i servizi  di tracciamento e ricongiungimento familiare.
•    Mettere in atto procedure di salvaguardia dei minori per prevenire la violenza, lo sfruttamento e l'abuso dei bambini durante i processi di sfollamento, cura e tracciamento familiare.

8. L’adozione

I bambini separati dai genitori durante un'emergenza umanitaria non possono essere considerati orfani e non sono disponibili per l'adozione. Per questo motivo, l'adozione non dovrebbe avvenire mai durante o immediatamente dopo le emergenze.  

Fino a quando il destino dei genitori di un bambino o di altri familiari stretti non può essere verificato, ogni bambino separato – anche quelli che vivevano in istituti prima della guerra – è considerato vincolato a parenti stretti viventi.  Il primo obiettivo è quello di riunificare i bambini con le famiglie quando possibile, se tale ricongiungimento è nel loro interesse. 

Lo sfollamento in un’emergenza non deve portare ad accelerare adozione internazionale o gli standard vigenti. Le adozioni devono inoltre sempre avvenire nel superiore interesse del minore, con pieno rispetto dei diritti dei bambini. L'UNICEF supporta le adozioni internazionali in conformità con gli standard e i principi della Convenzione dell’Aja del 1993 sulla protezione dei minori e sulla cooperazione in materia di adozioni internazionali.

L'azione dell'UNICEF

L'UNICEF è sul campo in Ucraina per distribuire aiuti essenziali: abbiamo inviato tonnellate di beni tra cui kit chirurgici, ostetrici, concentratori di ossigeno, celle frigorifere, così come coperte e vestiti invernali, acqua potabile, kit per l’igiene personale; kit didattici e ricreativi per la prima infanzia e kit per adolescenti. Nel frattempo, abbiamo moltiplicato i team mobili per offrire protezione e servizi psicosociali ai bambini in tutta l'Ucraina. Il nostro sostegno si estende anche oltre i confini: stiamo allestendo i "Blue Dots", spazi a misura di bambino, per offrire un’assistenza multisettoriale ai bambini e alle famiglie in fuga dalla guerra.

In Italia stiamo garantendo il coordinamento con le Istituzioni competenti e le altre agenzie delle Nazioni Unite oltre che le Organizzazioni della società civile per favorire la risposta umanitaria nell’interesse di bambini e adolescenti.

In particolare:

  • Offriamo supporto immediato nei principali punti di transito e di arrivo (Valico Fernetti, a Trieste, e Valico Tarvisio, a Udine, confine tra Italia e Austria): i nostri operatori entrano giornalmente in contatto solo nelle ore diurne con circa 300-600 persone. Grazie alla partnership con Save The Children, garantiamo ai minori in arrivo o transitanti alla frontiera sia Nord che Sud, beni di prima necessità, quali kit per il viaggio e l’igiene personale, un primo sostegno psicologico, informazioni sui loro diritti, sui servizi e sulle opportunità disponibili.  
  • Lavoriamo con gli ordini professionali del CNOAS (assistenti sociali) e del CNOP (psicologi) e della rete Federped (educatori e pedagogisti) per sensibilizzare e formare i professionisti circa i bisogni psicosociali e di protezione dei bambini ucraini, al fine di garantire un supporto qualificato e attento alle esigenze specifiche.
  • Continua inoltre il lavoro dell’UNICEF a supporto del Governo per l’accoglienza dei minori migranti e rifugiati, per garantire protezione – accesso a informazioni legali, di carattere sanitario e psicosociale con l’ausilio della mediazione linguistica e sfruttando anche canali informativi online – per favorire canali di accoglienza che coinvolgano la società civile – come l’affidamento familiare nei casi in cui è possibile prevederlo – e per garantire il reinserimento educativo.

Altre forme di attivazione

L'arrivo dei profughi dell'Ucraina è nell'ordine di alcune migliaia al giorno. Questo flusso viene gestito, al pari di qualsiasi flusso migratorio, dal Ministero dell'Interno, che sta facendo ricorso alla consolidata rete di strutture di prima accoglienza per fornire ospitalità provvisoria a chiunque non abbia riferimenti nel nostro paese. 

Molti Comuni si sono arrivati dando accesso alle proprie strutture dedicate all'accoglienza migranti e all'emergenza abitativa, attivando numeri verdi per fornire informazioni e raccogliere disponibilità a ospitare.

Se vuoi offrire un contributo anche tu, il nostro suggerimento è di contattare il Comune e le associazioni presenti sul territorio. Rispetto alla possibilità di affido famigliare, l'UNICEF supporta forme di accoglienza alternativa: scopri il Progetto Terreferme

Per chi volesse attivarsi a favore della popolazione in ingresso vi è la possibilità di diventare tutore di minori stranieri non accompagnati o mentore per supportare il percorso di crescita personale dei ragazzi: visita i seguenti link per saperne di più https://www.garanteinfanzia.org/come-diventare-tutore-volontario-0 e https://refugees-welcome.it/fianco-a-fianco/