Pari opportunità
Bambine e bambini con gli stessi diritti, risorse e opportunità
La parità di genere significa che donne, uomini, bambine, bambini e adolescenti godono degli stessi diritti, risorse, opportunità e protezione. Le politiche e gli investimenti nell'uguaglianza di genere contribuiscono a risultati positivi durante tutto l’arco della vita per le bambine e le loro comunità e garantiscono benessere e equità intergenerazionali, poiché i diritti e il benessere dei bambini spesso dipendono dai diritti e dal benessere delle donne, per questo si parla del doppio vantaggio dell’uguaglianza di genere.
L’azione dell’UNICEF in questo settore è guidata dal Gender Action Plan 2018-2021 e trae forza dalla presenza globale dell’Organizzazione e dalle alleanze strategiche per promuovere e garantire l’uguaglianza di genere.
Una nuova era per bambine e ragazze
La Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza all’articolo 2 prevede che tutte le bambine e tutti i bambini godano degli stessi diritti. L’articolo 2 è uno dei quattro principi fondamentali: tutti i diritti contenuti nel testo si applicano a tutti i minorenni senza alcuna discriminazione.
Dalla firma della Dichiarazione di Pechino e della Piattaforma d'azione nel 1995 – l'agenda politica più completa per l'uguaglianza di genere – i progressi sono stati altalenanti. La discriminazione e gli stereotipi di genere rimangono diffusi e i cambiamenti tecnologici e le emergenze, inoltre, mettono le ragazze di fronte a nuove sfide.
Il raggiungimento dell’uguaglianza di genere è stato riaffermato nel 2015 dall’Agenda 2030, l’Obiettivo numero 5 prevede infatti di eliminare le forme di violenza e discriminazione a danno delle donne e assicurare l'equità di genere nell'accesso al mondo del lavoro e alla rappresentanza politica.
132milioni
di bambine e ragazze non frequentano la scuola
650milioni
di bambine e donne si sono sposate prima dei 18 anni
1bambina su 3
di età compresa tra i 15 e i 19 anni ha subito mutilazioni genitali femminili
Posso essere quello che voglio
Ogni bambina e ogni bambino hanno diritto a sviluppare il loro pieno potenziale, ma le disuguaglianze di genere ostacolano questa realtà.
Le ragazze e i ragazzi hanno evidenza delle disuguaglianze di genere nelle loro case e nelle loro comunità quotidianamente: nei libri di testo, nei mezzi di informazione, tra le figure che si prendono cura di loro.
Responsabilità inique nelle faccende domestiche, disparità nei salari, scarsa rappresentanza in politica, nei media e nel mondo del lavoro determinano nei bambini e nelle bambine che alcuni compiti siano di esclusiva competenza femminile e altri maschile ostacolando un cambiamento intergenerazionale e limitando le ambizioni di bambine e ragazze.
Le disuguaglianze alla radice della violenza
La violenza di genere affonda le proprie radici nelle disuguaglianze e nelle discriminazioni. A livello globale, nella primissima infanzia le disuguaglianze di genere si manifestano in misura relativamente ridotta. Le bambine hanno tassi di sopravvivenza alla nascita più alti, hanno maggiori probabilità di essere in linea con le fasi di sviluppo e hanno la stessa probabilità di partecipare ad attività prescolari dei loro coetanei.
Con il passare degli anni le barriere crescono. In particolare, l'inizio dell'adolescenza può portare ostacoli significativi al benessere delle ragazze. Le norme di genere e la discriminazione aumentano il rischio di gravidanze indesiderate, HIV e AIDS e malnutrizione. Soprattutto in situazioni di emergenza e in luoghi in cui le mestruazioni rimangono tabù, le ragazze sono tagliate fuori dalla scuola, dalle informazioni e dai prodotti per l’igiene mestruale di cui hanno bisogno per rimanere in salute e al sicuro.
Nelle sue forme più insidiose le differenze di genere si trasformano in violenza. Oggi le conseguenze della pandemia di COVID-19 espongono le bambine e le giovani più vulnerabili a nuovi rischi, con 10 milioni matrimoni precoci che prima della fine del decennio potrebbero aggiungersi ai 100 milioni già temuti nei prossimi 10 anni. Questi i dati dell’analisi COVID-19: A threat to progress against child marriage, rilasciata l’8 marzo 2021 in occasione della Giornata internazionale della donne.
Investire nell’istruzione di bambine e ragazze
Solo il 66% dei paesi ha raggiunto la parità di genere nell'istruzione primaria. A livello secondario, il divario si allarga: il 45% dei paesi ha raggiunto la parità di genere nell'istruzione secondaria inferiore e il 25% nell'istruzione secondaria superiore.
Investire nell'istruzione delle ragazze trasforma le comunità, i paesi e tutto il mondo. Le ragazze che ricevono un'istruzione hanno meno probabilità di sposarsi giovani e hanno maggiori probabilità di condurre una vita sana. Guadagnano redditi più alti, partecipano alle decisioni che le riguardano e costruiscono un futuro migliore per sé stesse e le loro famiglie o comunità.
L'istruzione delle ragazze rafforza le economie e riduce la disuguaglianza. Contribuisce a società più stabili e resistenti che offrono a tutti gli individui – compresi ragazzi e uomini – l'opportunità di realizzare il proprio potenziale.
Come si posiziona il nostro paese in relazione ai diritti di bambine e ragazze?
In Italia molti progressi sono stati compiuti rispetto alle pari opportunità, tuttavia alcuni indicatori confermano cristallizzazioni sociali dannose. Secondo le statistiche disponibili, l’Italia è tra gli ultimi paesi in Europa per tasso di occupazione femminile e nelle differenze salariali tra uomini e donne.
Il tema della violenza di genere si è imposto drammaticamente negli ultimi anni: i dati evidenziano che le misure restrittive alla mobilità, adottate per il contenimento della pandemia da Covid-19, hanno amplificato nelle donne la paura per la propria incolumità. Le restrizioni ai viaggi e il distanziamento sociale, dovuti alla pandemia, hanno reso difficile per donne e ragazze accedere ad assistenza sanitaria, servizi sociali e supporto delle comunità. Con le scuole chiuse, le bambine sono andate incontro a maggiori probabilità di lasciare gli studi e non tornare a studiare.
Secondo l’ISTAT*, nei primi nove mesi del 2021 le richieste di aiuto al “1522” delle vittime tramite chiamata telefonica o via chat sono state 12.305. Nei primi nove mesi del 2020 si era già osservato un aumento delle segnalazioni di violenza in cui la vittima si è sentita in pericolo di vita per sé o per i propri cari: 3.583 sergnalazioni, nel 2019 erano 2.663.
Il nuovo rapporto UNICEF Non ero al sicuro in casa rileva inoltre l’aumentato rischio di violenze di genere per ragazze e donne rifugiate e migranti. Secondo gli ultimi dati disponibili a livello nazionale per le ragazze e le donne straniere risulta più alta la probabilità di subire violenze fisiche: 25,7% contro 19,6% delle ragazze e donne italiane.
L’UNICEF Italia per le bambine e le ragazze
Lavoriamo con le istituzioni attraverso la nostra azione di advocacy per far sì che leggi e politiche in tema di pari opportunità si allineino alle ultime raccomandazioni rivolte al nostro paese. L'educazione alla parità di genere è uno dei temi principali che l’UNICEF Italia include in ogni proposta educativa.
Dal 2018 abbiamo iniziato un’attività di rafforzamento del sistema di prevenzione e risposta alla violenza di genere, con un focus sulla violenza sessuale, includendo interventi di formazione a operatori del sistema di accoglienza e ai servizi antiviolenza. Nel 2021 abbiamo lanciato una petizione che promuoveva la richiesta di adozione del Piano nazionale sulla violenza maschile contro le donne, avvenuta poi nel corso del 2021, che al primo punto prevedeva che le Istituzioni si adoperassero per la "prevenzione" del fenomeno della violenza di genere.
Quest'anno, in occasione dell'8 marzo, abbiamo lanciato la petizione "No alla Violenza di genere: insegniamolo tra i banchi" con cui vogliamo concretizzare ancora di più l'attività di prevenzione attraverso la promozione dell'insegnamento della parità di genere a scuola.
Per aderire alla petizione: unicef.it/firma